Case in Paglia: Storia

Il primo edificio realizzato in balle di paglia comparve verso la fine del 1800, in America, negli Stati Uniti, ad opera di alcuni pionieri che si erano stabiliti in una zona del Nebraska caratterizzata dall’assenza di materiali utilizzati in genere per l’edilizia. La scarsa disponibilità di legname e pietre, la scarsa reperibilità di attrezzi necessari per la costruzione spinsero i pionieri a costruire con le balle di paglia, coadiuvati dall’invenzione della prima macchina imballatrice

Casa in paglia del 1898

Casa in paglia del 1898

Le case in paglia nacquero dunque per necessità, dovuta alla mancanza boschiva dell’insediamento dei coloni e ad un collegamento ferroviario ancora inefficace e poco sviluppato. Nell’attesa che la linea ferroviaria fosse completata, i pionieri costruirono delle case con la paglia, unico prodotto di cui avevano grande disponibilità, essendo la morfologia del territorio caratterizzata da estese vallate, ottime per coltivare il grano.

Queste costruzioni, previste come alloggi temporanei, si dimostrarono invece efficaci e perdurarono nel tempo. I coloni si resero conto che le loro case erano confortevoli poiché riuscivano a mantenere il calore durante gli inverni ed il fresco nel periodo estivo. Inoltre le case in paglia riuscivano ad isolare acusticamente l’ambiente interno dal forte rumore dei venti.

La paglia, materiale di scarto del frumento, veniva imballata in grosse balle. Questi enormi “mattoni” venivano legati tra loro ed assemblati per costruire i muri e, sopra, veniva poggiata la struttura della copertura: le balle stesse, utilizzando questa tecnica, portavano il peso del tetto e non vi era una struttura di sostegno. Le case in paglia, provvisorie, diventarono delle costruzioni permanenti, ed ancora oggi, molte di esse sono abitate: la più antica ha compiuto 100 anni nel 2003.

Questa metodo costruttivo, il primo per le balle di paglia, prende il nome “Nebraska” dal luogo di origine ed è anche conosciuto come “load-bearing”(con elementi costruttivi funzionali composti da chiusure verticali in balle di paglia portanti). Ad oggi è il metodo di costruzione più comune in Irlanda ed in Gran Bretagna ma non può essere utilizzato in zone sismiche e quindi non è previsto per le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) del nostro paese.

Questa tecnica costruttiva arrivò pure in Europa che vide il sorgere della prima casa in paglia nel 1920, in Francia, ad opera dell’ingegnere Émile Feuillette; continuò ad essere praticata fino al 1940. Successivamente, un insieme di cause come la guerra, il boom economico ed il sempre crescente utilizzo del calcestruzzo, la fece sparire.

Casa in paglia del 1898

Una vecchia costruzione di casa in paglia negli Stati Uniti

Alla fine degli anni ’70 del XX secolo, Judy Knox e Matts Myhrman insieme ad altri pionieri, riscoprirono alcune di queste vecchie abitazioni e la loro eccezionalità performante. Tentarono così di migliorarne la tecnica costruttiva, adeguandola alle esigenze moderne, e condivisero i risultati ottenuti destinandoli a persone sensibili alla salvaguardia dell’ambiente.

Molte costruzioni in paglia si diffusero in Europa verso la fine del secolo scorso. In Inghilterra ebbero molto seguito grazie all’intervento di Barbara Jones ed alle sue innovazioni nella tecnica: la proposta consiste nel sostituire i tondini in acciaio, utilizzati ampiamente in Canada e negli Stati Uniti per mantenere l’allineamento delle balle nei muri, con il legno e nel proporre l’utilizzo di intonaci a calce e in terra cruda dalle maggiori proprietà di traspirazione rispetto agli intonaci cementizi.

Il “Post and beam” è un altro metodo per costruire con le balle di paglia; a differenza del metodo Nebraska la costruzione si avvale di uno scheletro portante in legno, mentre le balle vengono semplicemente adagiate come tamponatura per le chiusure verticali. Questa soluzione consente di costruire case in paglia anche in zone sismiche, avendo una struttura portante intelaiata che risponde alle eventuali sollecitazioni del sisma. Inoltre, utilizzando questa metodologia, è possibile alzare il tetto prima dei muri, consentendo alle balle di paglia di rimanere asciutte durante l’intero processo costruttivo, fino alla posa dell’intonaco.

Ad oggi il numero di edifici in balle di paglia in tutto il mondo e in Italia è in netta crescita.

Nonostante lo scetticismo sulla durata temporale e sulla tenuta strutturale dei muri portanti in paglia, molti studi, specialmente negli Stati Uniti e in Canada, ne avvalorano l’efficacia e ne dimostrano i grandi vantaggi. Costruire, ad oggi, con le balle di paglia appare una scelta perseguibile ed attuabile.

Costruzioni in paglia moderne